Il governo dell’area vasta

09.11.2006

Intervento del Cons. Alessandro Pajno
Sottosegretario dell’Interno 
all’Assemblea generale delle Province d’Italia
Milano 18 ottobre 2006

1. Uno sguardo sui cambiamenti delle amministrazioni pubbliche

Tra i grandi cambiamenti che le amministrazioni pubbliche sono chiamate oggi ad affrontare possiamo segnalare la modifica degli assetti istituzionali, la semplificazione dell’agire amministrativo, la ridefinizione delle strutture organizzative e dei meccanismi operativi.

L’attuale quadro politico-istituzionale offre, come si vedrà, importanti indicazioni sulle line di azione da sviluppare, a partire dalla prescrizione costituzionale della adeguatezza quale condizione di effettività della sussidiarietà.

Il carattere policentrico dell’ordinamento repubblicano rende sempre più attuale e non rinviabile la necessità di assicurare una governance locale mediante la ridefinizione del c.d. “governo di area vasta” ovvero degli istituti volti a perseguire una dimensione ottimale nell’erogazione dei servizi ai cittadini.

Il principio di sussidiarietà, che anima il nuovo quadro istituzionale, chiede, infatti, alle autonomie locali di assolvere adeguatamente alla missione di governo dei fenomeni sociali e delle istanze delle collettività locali e induce a ripensare le responsabilità dei diversi livelli istituzionali.

2. La pluralità istituzionale nel sistema multilevel

Nel sistema multilevel, che oggi caratterizza il nostro ordinamento, operano – a livello di governo locale – molteplici soggetti: comune; associazioni; ambiti territoriali ottimali; province e città metropolitane.

Il riconoscimento operato dalla carta costituzionale (art. 114 Cost.) degli enti costitutivi della Repubblica, se da un lato ne giustifica la pari dignità istituzionale, dall’altro presuppone una loro differenziazione.
La considerazione secondo la quale la enumerazione degli enti suppone una diversità delle funzioni da svolgere richiede di superare eventuali sovrapposizioni e ripetizioni tra le funzioni loro tributate.

L’obiettivo politico – istituzionale da perseguire è la semplificazione/razionalizzazione dei livelli di governo e di amministrazione, individuati nel livello comunale e nel livello di area vasta.

3. I criteri direttivi per la elaborazione di una “Carta per le Autonomie”

Questo obiettivo politico trova una prima concretizzazione nella delega volta ad introdurre nel nostro ordinamento una “Carta per le Autonomie”, che il Ministero dell’Interno sta elaborando insieme al Ministero per gli Affari Regionali e per le Autonomie.

L’intervento legislativo, infatti, dovrà attenersi ai principi fondamentali di: semplificazione della rappresentanza territoriale; sanità della gestione finanziaria; democraticità dell’amministrazione.

Evidente è, dunque, l’intimo legame tra la semplificazione amministrativa e la disciplina generale degli enti locali, soprattutto alla luce del nuovo art. 118 Cost., che ha individuato nelle istituzioni locali il soggetto di amministrazione generale più prossimo al cittadino.

Pertanto, se oggi si vuole perseguire uno snellimento dell’amministrazione, al fine di garantire servizi efficienti e migliori al cittadino, si deve partire dalla ridefinizione del quadro istituzionale delle autonomie locali.

Sicché la scrittura della Carta per le Autonomie offre l’occasione per perseguire una semplificazione organizzativa degli enti ed una semplificazione dei livelli di governo.

4. L’impegno per una razionalizzazione del governo di area vasta

Il nostro impegno, diretto a snellire l’amministrazione e a semplificare i livelli di governo, passa attraverso: la definizione in maniera ragionata e ponderata delle funzioni fondamentali dei comuni e quelle delle province e la contestaule individuazione dei soggetti cui attribuire il governo di area vasta.

In primo luogo l’individuazione delle funzioni fondamentali dei diversi enti locali se da un lato deve indicare in modo chiaro le funzioni di ciascun ente dall’altro deve evitare sovrapposizioni tra i livelli di governo.

In secondo luogo, come è stato sottolineato, sul livello di area vasta insistono una molteplicità di soggetti. L’impegno a razionalizzare il ruolo dei diversi soggetti di area vasta deve necessariamente muovere dall’assetto costituzionale fissato dalla riforma del Titolo V.

L’istituzione candidata naturale per il governo di area vasta è la Provincia. Pertanto, la funzione di governo di area vasta che la provincia dovrà svolgere comporta che la stessa non deve essere pensata come soggetto erogatore di servizi alla persona, ma quale istituzione deputata a svolgere funzioni di programmazione e coordinamento.
Tuttavia, se la programmazione rappresenta l’elemento caratterizzante le funzioni fondamentali, non è escluso che all’istituzione provinciale possano essere attribuite ulteriori funzioni.

In terzo luogo la necessità di garantire una governance locale induce a valorizzare la dimensione volontaria e partecipata del governo di area vasta, al fine di coinvolgere tutti gli attori pubblici nelle politiche di sviluppo locale.

La valorizzazione delle prerogative autonomistiche va coniugata con il rafforzamento della capacità, sul piano della gestione, di integrare strategie, soggetti e strumenti, per realizzare politiche di sostegno al cambiamento e all’innovazione, tali da generare un miglioramento nella erogazione dei servizi ai cittadini.

5. Sviluppare un’attitudine alla governance

Lo sviluppo locale non può essere affidato soltanto ad interventi di ingegneria istituzionale, ma richiede il concorso della “politica”.
Pertanto, non appaino giustificati quei interventi volti a moltiplicare ed incrementare le istituzioni locali già operanti.

La “politica” deve, invece, adoperarsi a costruire una “visione di insieme” che faccia delle autonomie locali i veri protagonisti del cambiamento del sistema paese, i soggetti capaci di dare risposte adeguate ai bisogni dei cittadini e delle imprese.

Ai diversi attori pubblici si chiede di sviluppare un’attitudine alla governance, quale capacità di coordinare le proprie strategie di intervento e di condividere le proprie esperienze, di disegnare politiche e indirizzi frutto di concertazione con le parti sociali e con le organizzazioni di categoria.

Ne consegue che occorre sostenere una pubblica amministrazione capace di comprendere i fabbisogni e le aspettative di cittadini e imprese, di progettare e governare strumenti di sviluppo innovativi.

Da alcuni studi promossi dall’OCSE si rileva chiaramente che, in presenza di una politica di governance territoriale elaborata a partire dalle specifiche necessità locali e territoriali, i risultati, in termini di benefici, coinvolgerebbero, non soltanto, ovviamente, le autorità locali protagoniste, ma anche gli ulteriori livelli di governo; in altre parole, il raggiungimento di risultati positivi per gli enti locali, provoca delle ripercussioni in termini di progresso nello sviluppo economico nazionale. Si ritiene pertanto indispensabile attuare non solo delle forme di collaborazione tra i livelli di governo esistenti, ma anche tra attori pubblici e privati.

In conclusione, se da un lato gli interventi volti a razionalizzare i livelli di governo e più in generale a disegnare il nuovo quadro istituzionale devono essere accompagnati dall’attuazione del federalismo fiscale e da un rinnovato sistema elettorale e rappresentativo, che assicuri il carattere democratico delle istituzioni locali, dall’altro è chiaro che una pronta e adeguata soluzione della “questione istituzionale” costituisce il primo tassello per il rilancio del ruolo delle autonomie locali.

di Alessandro Pajno