La commissione di scrutinio per l’elezione del Presidente del Senato può decidere a maggioranza?

19.05.2006

Durante la seduta del 28 aprile 2006, la prima della XV legislatura del Senato della Repubblica, al termine dello spoglio delle schede per l’elezione del Presidente nella rinnovata votazione del secondo scrutinio (dopo l’annullamento della precedente votazione), il sen. Scalfaro, in veste di presidente provvisorio, ha annunciato che i senatori segretari si sono ritirati dall’Aula per discutere con tranquillità sulla stesura del verbale e, a tal fine, ha sospeso brevemente la seduta in attesa di una loro decisione.
Alla ripresa della seduta – dopo un intervento del sen. D’Onofrio, che ha espresso il suo dissenso circa tale comportamento, ritenendolo contrario alla prassi – il presidente Scalfaro ha proclamato i risultati, dando lettura del verbale, dal quale emerge che la Commissione di scrutinio, composta dai segretari provvisori, ha deciso a maggioranza di attribuire al sen. Franco Marini una scheda recante la dicitura “Francesco Marini”.
In un intervento, il sen. Strano ha evidenziato la diversità di comportamento tenuta dalla Commissione di scrutinio nell’arco di poche ore. La stessa Commissione, infatti, nel corso della votazione precedente, non avendo trovato l’accordo su tre schede recanti la dicitura “Francesco Marini”, non aveva ritenuto opportuno assumere una decisione a maggioranza: i segretari provvisori, pertanto, non avendo sottoscritto un verbale da consegnare al Presidente provvisorio, avevano indotto quest’ultimo ad invalidare la votazione e disporne il rinnovo.
Inoltre, il sen. Castelli è intervenuto per ribadire il suo disappunto rispetto alla decisione di attribuire al sen. Franco Marini una scheda su cui era riportato il nome di “Francesco Marini”, trattandosi a suo parere di un caso di contrassegno del voto (per permettere l’identificazione dell’elettore) che inficia la segretezza e la libertà del voto.

a cura di Giovanna Perniciaro