Si è svolto il 9 febbraio scorso, presso l’Università Luiss Guido Carli – Sala delle Colonne, il seminario di studi: “Dall’e-government all’e-administration. Le nuove tecnologie tra riforme amministrative e problemi attuativi” , promosso dal Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche “Vittorio Bachelet” in collaborazione con il CNIPA (Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione), in occasione della pubblicazione del volume “Introduzione all’e-government. Pubbliche amministrazioni e società dell’informazione” a cura di Francesco Merloni (Torino, Giappichelli, 2005).
Dopo una breve presentazione da parte del Prof. Gian Candido De Martin, della Luiss Guido Carli, i lavori si aprono con la relazione introduttiva del Prof. Alfonso Masucci, dell’Università l’Orientale di Napoli, il quale mette in evidenza la necessità di dematerializzare i documenti cartacei al fine di creare un patrimonio informatico comune delle amministrazioni pubbliche. La gestione telematica dei procedimenti amministrativi (specie di quelli “complessi” o “collegati”) consente, infatti, di svolgere più celermente l’ istruttoria, attraverso l’acquisizione dei dati in tempo reale, e di fornire tempestivamente i servizi amministrativi. In tal modo si ottiene l’effetto di stimolare la competitività tra le amministrazioni, al pari delle imprese private, e di creare le basi per una effettiva amministrazione “europea”. Si potenzia, inoltre, la partecipazione dei cittadini all’azione amministrativa, e ciò permette di realizzare quella che è stata definita la “democrazia continua” (S.Rodotà)
Il dott. Giuseppe Cammarota, dell’Università l’Orientale di Napoli, interviene sul tema: “La circolazione telematica della documentazione amministrativa”.
Concordando con il Prof. Masucci sull’importanza della circolazione telematica dei documenti amministrativi nella moderna società della conoscenza, osserva lo stato attuale dell’e-administration ed offre spunti di riflessione per futuri miglioramenti. Sottolinea, in particolare, l’esigenza di ridurre l’erogazione telematica di informazioni pure e semplici, per contenere i costi ed evitare le ricadute negative connesse alla inevitabile dispersione di informazioni ed alle difficoltà tecniche (anche alla luce dell’attuale livello di competenza informatica dell’utente medio). Sarebbe opportuno, invece, circoscrivere l’attività amministrativa telematica, almeno per il momento, all’erogazione di servizi concretamente utili per i cittadini in modo da trasformare il modus operandi della pubblica amministrazione. Si darebbe così, finalmente, ingresso nel nostro ordinamento ai diritti di cittadinanza digitale.
Il dott. Enrico Carloni, dell’Università di Perugia, affrontando l’argomento: “L’erogazione in rete dei servizi pubblici”, effettua un rapido excursus dell’attuale quadro legislativo in tema di amministrazione digitale ed evidenzia alcuni elementi di criticità. Secondo Carloni, sarebbe necessario, innanzitutto, riempire di contenuto le norme in materia, che appaiono ridondanti di definizioni e di principi, in modo da renderle più facilmente attuabili sul piano pratico. Osserva, altresì, come esista il rischio di una disparità di trattamento per i cittadini che accedono ai servizi telematici delle amministrazioni, non essendo ancora possibile garantire uno “standard minimo” comune. Conclude, pertanto, con la precisazione che sarebbe appropriato parlare non di nuovi diritti di cittadinanza digitale ma di “nuove modalità di fruizione di diritti tradizionali”, rilevando contestualmente l’opportunità di procedere per gradi.
Successivamente si apre la tavola rotonda. Interviene per primo il dott. Elio Gullo, dirigente del Dipartimento della Funzione pubblica, il quale apre le sue riflessioni ricordando come oggi, a seguito delle riforme succedutesi nel corso degli ultimi anni, le funzioni amministrative siano attribuite al livello di governo più vicino ai cittadini e cioè ai Comuni. La tendenza, per questi ultimi, è di ricorrere sempre più all’ e-procurement. Potenzialmente, quindi, ci sono i presupposti per una efficiente “mediazione tecnologica” tra cittadini e pubblica amministrazione. Quello che manca allo stato attuale, però, è l’attribuzione ai Comuni di quella quasi totale autonomia di gestione che consenta di erogare non solo servizi più numerosi ma anche servizi qualitativamente migliori.
Il dottor Stefano Kluzer, del CNIPA, illustra la situazione attuale dell’e-government, con riferimento, in particolare, ai Comuni. Analizzando i dati statistici relativi all’erogazione di servizi on line per l’anno 2005 si riscontra un aumento percentuale costante, nel corso dei mesi, delle amministrazioni pubbliche locali che offrono agli utenti almeno un servizio “transattivo”. Questi risultati, sicuramente confortanti, devono, però, fare i conti con una gestione dei servizi telematici da parte degli enti locali in cui è ridotto al minimo il collegamento tra front-office e back-office. Un altro problema è quello delle risorse umane: livelli ancora troppo bassi di qualificazione professionale e scarso impegno in operazioni di pubblicità e promozione.
Il Cons. Ermanno Granelli, del CNIPA, concentra il suo discorso sui possibili profili di responsabilità in capo alla pubblica amministrazione per il mancato rispetto delle disposizioni contenute nel codice dell’amministrazione digitale. Il corpus normativo in questione, entrato in vigore il 1° gennaio 2006 dopo un lungo periodo di vacatio legis, attribuisce ai cittadini un vero e proprio diritto soggettivo (alla luce, anche, dei chiarimenti forniti da un recente parere del Consiglio di Stato) all’utilizzo delle nuove tecnologie da parte delle amministrazioni. Si tratta, quindi, di una pretesa immediatamente azionabile di fronte al giudice ordinario, il cui esito potrebbe essere una pronuncia di condanna al risarcimento del danno (per esempio per perdita di chance) a carico del funzionario inadempiente. Occorre, pertanto, che si acquisisca al più presto una maggiore sensibilità in ordine alla necessaria immediata precettività delle nuove norme. Il Consigliere conclude le sue riflessioni con un giudizio pienamente positivo sulle nuove tecnologie di cui dispongono le amministrazioni, con particolare riferimento alla posta elettronica certificata che consente di inviare on line le raccomandate con avviso di ricevimento.
Il successivo intervento è quello del Prof. Alessandro Osnaghi, dell’Università di Pavia, il quale esprime un’opinione di critica rispetto al codice delle amministrazioni digitali. Sottolinea, in particolare, l’eccesso di definizioni che appaiono, oltretutto, poco chiare soprattutto quando si riferiscono ad aspetti strettamente tecnici. Si riscontra, per esempio, una certa imprecisione nei termini utilizzati per descrivere la firma digitale e risulta ambigua la distinzione tra “autenticazione informatica” e “accertamento dell’identità”. Opinabile è, inoltre, la scelta del legislatore di non inserire nel codice la definizione della firma elettronica “avanzata” riconosciuta, invece, da quasi tutti gli ordinamenti europei.
Il Prof. Masucci, concordando con il Prof. Osnaghi sui problemi di linguaggio creati dalla nuova disciplina normativa, sottolinea come il legislatore nazionale abbia dovuto fare i conti con le difficoltà connesse alla traduzione, nelle direttive comunitarie, di termini tecnici stranieri.
Il Prof. Andrea Piraino, direttore della Scuola Superiore della pubblica amministrazione locale, evidenzia, innanzitutto, la necessità di accentuare l’integrazione tra Stato, Regioni ed autonomie locali per ottenere maggiori livelli di efficienza nell’erogazione dei servizi amministrativi telematici. In secondo luogo, propone l’adozione di misure che rendano più agevole l’attuazione delle nuove disposizioni di legge. A tal fine, si potrebbe ricorrere, per esempio, a meccanismi premiali a favore delle amministrazioni adempienti. Sarebbe opportuno, infine, potenziare la formazione pubblica superiore attraverso un intervento normativo di coordinamento e di disciplina unitario e non restringere troppo le risorse finanziarie da destinare a questo campo d’intervento.
Il Prof. Francesco Merloni chiude l’incontro ripercorrendo i tratti salienti delle relazioni precedentemente svolte, con particolare riferimento ai nuovi diritti dei cittadini, al rapporto tra front-office e back office ed alla qualità del linguaggio normativo in materia. Illustra, inoltre, gli obiettivi perseguiti con la pubblicazione del volume “Introduzione all’e-government. Pubbliche amministrazioni e società dell’informazione”. Si tratta di un testo di natura giuridica, che si propone di offrire un supporto per comprendere i concetti nuovi contenuti nel codice delle amministrazioni digitali ed il modo in cui dovrebbe operare la pubblica amministrazione per darvi attuazione. Conclude con un giudizio complessivamente positivo sul tale assetto legislativo, avvertendo, però, dell’opportunità di attendere qualche tempo per verificare i risultati concreti dell’attuazione delle norme.
Il seminario di studio si conclude con un ringraziamento da parte del Prof. De Martin a tutti i relatori e partecipanti e soprattutto agli organizzatori.