La Commissione europea ha pubblicato oggi la nuova relazione annuale sui progressi nell’attuazione della strategia di Lisbona, ossia il partenariato tra l’Unione europea e gli Stati membri per la crescita economica e per la creazione di posti di lavoro migliori e più numerosi. Scopo della relazione annuale è imprimere nuovo slancio e accelerare il conseguimento degli obiettivi. Tre sono gli elementi principali della relazione: il primo è un’analisi dei 25 nuovi programmi nazionali di riforme presentati dagli Stati membri nell’ottobre 2005; il secondo rileva i punti di forza dei vari programmi nazionali, nell’intento di promuovere lo scambio di idee valide; il terzo indica dove vi sono lacune e propone, per colmarle, un’azione concreta a livello dell’UE e a livello nazionale. Vi sono individuati quattro settori di azione prioritaria: investire nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione; eliminare le costrizioni per le PMI; incrementare la popolazione attiva mediante politiche del lavoro; garantire l’approvvigionamento sicuro e sostenibile di energia. Per ciascuno di questi settori, la relazione di primavera della Commissione presenta chiare proposte per ottenere che, al vertice che si terrà in marzo a Bruxelles, i leader europei s’impegnino ad attuare le azioni proposte e onorino il loro impegno entro il 2007 (vedere più oltre).
Il presidente Barroso ha dichiarato: “Il tenore generale del mio messaggio è chiaro: è ormai il momento di passare alla marcia superiore. Da quando abbiamo rilanciato la strategia di Lisbona, l’anno scorso, vi è tutta un’aria di cambiamento a Bruxelles e nelle capitali nazionali. È cambiata l’andatura nelle nostre attività. Abbiamo fatto molta strada, dall’anno scorso, e vi sono ormai le basi adeguate. Che vi siano 25 programmi nazionali di riforme è quanto mai indicativo del nuovo grado d’impegno degli Stati membri. Adesso si tratta di arrivare ai risultati.
Gli Stati membri devono porsi al posto di guida e accelerare le riforme. Il 95% di quanto è enunciato nei programmi deriva dal senso comune: ora gli Stati membri lo devono tradurre in pratiche comuni, devono trovare la volontà politica di conciliare le parole con gli atti. È il momento di passare alla marcia superiore.
La nostra ambizione è chiara: miriamo ad avere università eccellenti, lavoratori dotati di alta istruzione e formazione, sistemi solidi di prestazioni sociali e di pensioni, le industrie più competitive e l’ambiente più pulito. A chi obietta che non è possibile io dico: dieci anni fa chi avrebbe pensato che l’Irlanda sarebbe diventata uno degli Stati più prosperi dell’Unione europea, o che la produttività in Polonia avrebbe superato quella della Corea del Sud? Noi possiamo e dobbiamo andare più oltre sulla strada della crescita e dell’occupazione.”
I quattro settori di azione prioritaria per i quali si chiederà ai leader europei, al vertice UE di marzo, d’impegnarsi a prendere altri provvedimenti (nazionali ed europei)
1. Investire nell’istruzione e nella ricerca
– Gli investimenti nell’istruzione superiore dovranno arrivare nel 2010 al 2% del PIL, rispetto all’attuale 1,28%, e si dovrà provvedere a eliminare gli ostacoli perché le università possano ricevere finanziamenti privati complementari.
– Già a marzo ogni Stato membro dovrà definire un obiettivo preciso per il totale delle spese in R&S per il 2010.
– Alla R&S si dovrà destinare una più ampia quota (il 25%) degli aiuti di Stato e dei contributi dei fondi strutturali.
– Entro la fine del 2007 dovrebbe divenire una realtà l’Istituto europeo di tecnologia.
– Per migliorare le qualifiche professionali di base di tutti i cittadini, si dovrà dare maggiore priorità, nelle scuole, all’insegnamento della matematica e delle lingue straniere.
2. Eliminare le costrizioni per le PMI e liberare il potenziale imprenditoriale
– Entro il 2007 ogni Stato membro dovrà mettere a disposizione uno “sportello unico” per offrire assistenza ai futuri imprenditori e per consentire alle imprese di effettuare tutte le formalità amministrative in un’unica sede.
– Il tempo necessario, in media, per costituire un’impresa dovrà ridursi della metà entro la fine del 2007 e arrivare poi a una settimana o ancor meno.
– Si dovranno istituire corsi d’imprenditorialità come parte del programma scolastico per tutti gli alunni.
– Ogni Stato membro dovrà predisporre un sistema per misurare adeguatamente gli oneri amministrativi. Da parte sua, la Commissione avvierà un ampio lavoro di rilevazione, per proporre come ridurre i costi derivanti dalle norme UE o dalla loro attuazione a livello nazionale.
– La Commissione abrogherà l’obbligo di notificare determinate categorie di aiuti di Stato d’importo modesto a favore delle PMI.
3. Incrementare la popolazione attiva
– Per accrescere il tasso di occupazione e finanziare le pensioni e l’assistenza sanitaria di una popolazione che sta diventando più vecchia, gli Stati membri dovranno adottare nei confronti del lavoro un’impostazione a durata di vita, provvedendo alle persone di tutte le età il sostegno loro necessario.
– A ogni giovane che non trova lavoro dopo aver lasciato la scuola o l’università si dovrà offrire un posto, un tirocinio o formazione supplementare in un lasso di tempo di sei mesi entro la fine del 2007 e di 100 giorni entro il 2010.
– Si deve far di più per conseguire gli obiettivi nazionali di provvedere infrastrutture non costose e di alta qualità per la custodia dei bambini e per attuare una maggiore parità tra i sessi sul lavoro e promuovere l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
– Si deve consentire di “invecchiare rimanendo attivi”, potenziando la formazione per chi ha più di 45 anni, offrendo incentivi finanziari per prolungare la vita attiva e applicando la formula del lavoro a tempo parziale.
– La Commissione organizzerà un vertice sociale straordinario ed entro la fine del 2007 presenterà una relazione sull’equilibrio tra flessibilità e sicurezza del lavoro (la “flessicurezza”).
4. Garantire l’approvvigionamento efficiente, sicuro e sostenibile dell’energia
Nella relazione, la Commissione s’impegna a spronare l’Europa ad affrontare le sfide costituite dal continuo rincaro dei prezzi del petrolio e del gas e dalla necessità di ridurre drasticamente l’inquinamento, e rivolge ai leader dell’UE un messaggio molto esplicito: l’energia è un problema globale, che richiede una risposta europea. Il che comporta varie esigenze:
– si dovranno coordinare meglio, in Europa, i sistemi di reti elettriche e di gasdotti, regolamentare meglio i mercati dell’energia e potenziare la concorrenza;
– si dovranno prevedere inasprimenti fiscali e altri incentivi per promuovere l’impiego di energia sostenibile e per incrementare la ricerca sull’efficienza energetica, l’energia pulita e le fonti di energia rinnovabili;
– l’Europa deve “parlare a una sola voce” nelle trattative con i fornitori esterni, che ci approvvigioneranno di energia in quantitativi sempre maggiori;
– all’inizio della primavera del 2006 la Commissione pubblicherà un Libro verde, presentando proposte precise.
Informazioni di base
I programmi nazionali di riforme (PNR)
Nella relazione di primavera la Commissione analizza ciascuno dei PNR, che gli Stati membri hanno elaborato per la prima volta. I PNR hanno una base comune: la serie di 24 orientamenti politici integrati adottati dal Consiglio (vedere MEMO/05/123). Avvalersi delle conoscenze, esperienze e idee valide di ogni Stato membro per imparare gli uni dagli altri è il nucleo essenziale del partenariato ed un mezzo primario per ottenere cambiamenti concreti ed effettivi. La Commissione ricercherà in quali settori vi è il margine più ampio per imparare gli uni dagli altri e aiuterà gli Stati membri ad attingere idee politiche promettenti dagli altri PNR.
Riguardo ai PNR il presidente Barroso ha dichiarato: “L’ispirazione non va cercata lontano. Tutti gli Stati membri stanno apportando idee che gli altri possono adattare e adottare. Me ne rallegro con loro. Tuttavia, i progressi sono ancora ineguali e la Commissione intensificherà le sue attività di orientamento. Già la relazione mostra che non saremo un partner silenzioso. Daremo credito quando è dovuto e presenteremo critiche costruttive quando possono essere di aiuto.”
Per il prossimo futuro
La relazione di primavera sarà esaminata, in marzo, dal Consiglio europeo, e la Commissione farà pressioni perché i capi di Stato e di governo assumano gli impegni necessari.
La Commissione coopererà con gli Stati membri per sostenerli nei lavori di attuazione dei rispettivi PNR, per discutere come si possano rafforzare i programmi e per assicurare che, nel promuovere la crescita e l’occupazione, si faccia un uso efficiente di tutti gli altri strumenti UE, tra cui il fondo di coesione.
Infine, la Commissione aggiornerà il programma comunitario di Lisbona (vedere IP/05/973). Essa ha già adottato oltre la metà dei provvedimenti previsti a livello UE, ma questi produrranno effetti pratici soltanto quando saranno stati approvati anche dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
Per altri ragguagli sulla relazione di primavera e sugli allegati specifici riguardanti le questioni macroeconomiche e microeconomiche e l’occupazione, consultare il MEMO/06/23.
Il testo integrale della relazione – notevolmente snellito rispetto agli anni precedenti – figura sul sito web della Commissione riguardante la crescita e l’occupazione:
http://europa.eu.int/growthandjobs/index_en.htm
Per la serie completa dei programmi nazionali di riforme, consultare il sito
http://europa.eu.int/growthandjobs/pdf/nrp_2005_en.pdf