Il diritto ad essere informati – Resoconto convegno

02.05.2005

Ciclo lavori “I diritti dei cittadini nella nuova Europa – L’Europa e i diritti dei consumatori”
Resoconto alla conferenza “Il diritto ad essere informati”
relatrice prof.ssa Anna Bartolini
Fondazione Europea Dragàn
Roma,  12 aprile 2005

Martedì 12 aprile, presso la sede di Foro Traiano in Roma della Fondazione Europea Dragàn, si è svolto il secondo incontro del ciclo sui diritti dei consumatori, nello specifico sul tema “Il diritto ad essere informati”, con la relazione della professoressa Anna Bartolini.

Riprendendo il ciclo di lavori, da dove si sono interrotti al precedente incontro (vedi resoconto al convegno del 22 marzo su questa rivista), la prof.ssa Bartolini tratta quest’oggi di assicurazioni automobilistiche e banche.

Quadro generale della situazione attuale: la norma fondamentale, sancita fin dall’inizio dal trattato di Roma e richiamata dalla relatrice, è quella relativa alla liberalizzazione del mercato delle merci e servizi, inclusi naturalmente servizi assicurativi e bancari. La Commissione col regolamento del 1996 indicava tale liberalizzazione su tutti i mercati dei paesi membri, il mercato comune integrato è funzionale ad ottenere libertà per i consumatori di scegliere al di fuori dell’offerta nazionale quei servizi che ritenessero offerti in modo migliore in un altro Stato. Di fatto, invece della progressione della liberalizzazione, si notò un irrigidimento delle compagnie assicurative che, invece di entrare in concorrenza tra di loro, avevano dato vita ad un cartello in cui i costi assicurativi risultavano particolarmente alti.

Le associazioni di consumatori contribuirono, in quest’occasione, a denunciare all’Antitrust l’esistenza di tale accordo tra le compagnie. L’authority, sulla base di questa denuncia, rispose con un’inchiesta che portò alla condanna delle compagnie e al pagamento di 700 miliardi di multa.
Due anni addietro è stato deciso che la destinazione di quota parte delle multe inflitte dall’Antitrust andasse a finanziare progetti promossi e allestiti dalle associazioni consumeristiche. Contemporaneamente alla decisione dell’authority si sono aperte presso i giudici di pace, nei confronti delle assicurazioni, migliaia di cause tese a far annullare i contratti assicurativi.

La reazione presso i giudici di pace fu così violenta, ricorda la relatrice, che, attese anche le soluzioni esperite dalle compagnie per opporsi, il governo emanò il famoso decreto “salva compagnie”. Tale decreto ha stimolato, a sua volta, la reazione delle associazioni di difesa e tutela dei consumatori, le quali hanno svolto inchieste comparative nelle città italiane e ne hanno messo a disposizione i dati e gli strumenti utili ai cittadini per acquisire informazioni direttamente sulla rete. Parte dei ricavi delle multe Antitrust sono stati utilizzati per istituire dei servizi di monitoraggio e assistenza, quali sportelli dedicati, numeri verdi e quant’altro, proprio per i rapporti tra utenti e compagnie assicurative.
Con questi dati la prof.ssa Bartolini evidenzia il grande contributo dato alle istanze informative dei consumatori da parte delle associazioni di consumatori.

L’ISVAP, l’organo di vigilanza sulle assicurazioni, è stata messa sotto torchio dalle associazioni consumeristiche per non aver svolto competentemente l’opera di vigilanza che le è attribuita tra i compiti istituzionali, permettendo così alle compagnie assicurative di guadagnare e lucrare in maniera inopportuna.
Portati all’attenzione del Parlamento i guadagni ingiustificati delle compagnie assicurative, le associazioni di consumatori sollevarono la proposta di indirizzare gli utili maturate da queste verso il miglioramento dei servizi, piuttosto che dirottare tali fondi verso il mercato dei titoli.
Ad oggi, afferma la relatrice, non è possibile dare una prospettiva dell’evoluzione del miglioramento del servizio assicurativo ma è pacifico che l’attenzione degli utenti si sia alzata e maturata, testimonianza ne sia lo strumento adoperato da molti cittadini delle denunce inoltrate all’ISVAP.
Quanto sopra affermato fa concludere la prof.ssa Bartolini dicendo che l’informazione odierna dei consumatori, sotto molteplici forme e media di trasmissione, scritta vocale e online, ci sia e ci consenta di verificare le molteplici situazioni e paragonarle tra loro.

D’altra parte, non può negarsi l’esistenza di truffe alle compagnie assicurative, attraverso la dichiarazione di incidenti non avvenuti e l’emissione di fatture false; un passo verso la disciplina di questi episodi fuori controllo è dato dal fatto che molte imprese di riparazioni e carrozzerie legate alle compagnie assicurative, grazie ad accordi e intese con associazioni consumeristiche, si sono rese disponibili ad aumentare e migliorare la trasparenza, attuando delle verifiche e “moralizzando” così il mercato. Questo è molto importante e deve diventarlo sempre più, è stato infatti dimostrato dai dati che l’incidenza delle polizze sul costo della vita e sui dati ISTAT sia irrisorio, non dando la giusta misura della capacità di ingerire sull’inflazione.

Per quanto riguarda il mondo delle banche, la prof.ssa Bartolini ricorda il primo dato normativo del settore da tenere in considerazione, dato di origine comunitaria, che è quello sulla trasparenza bancaria. La relatrice richiama la similitudine dello specchio, nei rapporti tra istituto e propri clienti, che vuol dire per quest’ultimo avere la massima trasparenza ed informazione sul costo della singola operazione e delle operazioni aggiuntive, quali siano i tassi d’interesse e i relativi movimenti, e tutte le altre informazioni necessarie ad un utilizzo consapevole del prodotto bancario.
Viene rilevato come la normativa sulla trasparenza risulti del tutto disattesa, anche se è stato sancito di mettere a disposizione di ogni cliente, all’interno di ogni istituto di credito, la documentazione riportante la normativa sulla trasparenza. Indagini comparate svolte dalle associazioni di difesa dei consumatori, con lo strumento del mistery client, per fornire dati utili alla valutazione dei singoli istituti dimostrarono che, al di là dei differenti prodotti commercializzati frutto della differenziazione indotta dalla concorrenza tra operatori economici, ci fosse un punto in comune tra istituti sulla impossibilità per un cliente di ricevere informazioni trasparenti.
Oltre ad un atteggiamento culturale dei clienti, di fiducia verso l’operatore di sportello fidato e conosciuto, che però poteva indurci a non esercitare un controllo critico su quanto offerto, fino a poco tempo addietro la carenza di informazioni e strumenti era evidente.

Il problema delle norme disattese lo si vede in una particolarità dell’aspetto del credito, emerso negli ultimi anni: il credito al consumo.
Le necessità di avere dei beni, nel caso di mancanza di denaro disponibile, può trovare risposta attraverso l’accessione al credito, che si attua mediante l’acquisto a rate dal fornitore del bene o mediante un prestito, un mutuo, un finanziamento erogato da un istituto bancario. In base a questa situazione, ai venditori si sono affiancate delle finanziarie creando un grande sovraindebitamento nel nostro ed in altri paesi ma soprattutto delle discriminazioni sui consumatori per quanto riguarda le norme. Il caso citato ad esempio di tali dinamiche dalla prof.ssa Bartolini è quello del mercato delle autovetture, dove l’acquisto con l’intervento di intermediari finanziari è una costante. Sottolinea la relatrice come alla scelta di un acquisto effettuato a rate sia consequenziale la stipula di un contratto con una finanziaria che anticipi il denaro necessario al perfezionamento della compravendita col venditore del bene. È da notare però, viene sottolineato, che l’impegno dell’acquirente verso la finanziaria sia efficace anche quando il bene che si è acquistato non giunga mai in possesso dell’acquirente o giunga già difettoso di produzione.

Per riparare a questa disparità tra le parti, le associazioni di consumatori si stanno impegnando affinché venga stabilito normativamente che fino alla consegna del bene nelle mani dell’acquirente non sia possibile alla finanziaria chiedere il pagamento delle rate, riprendendo quanto prevede la legislazione per il caso esposto di seguito. L’altra sollecitazione da parte del modo consumeristico è che venga effettuato un controllo su tali finanziarie, affinché si attui quanto previsto normativamente e cioè che sia possibile interrompere il pagamento delle rate, qualora non si riceva il bene, se il consumatore riesce a dimostrare la posizione esclusiva tra finanziaria e venditore. Negli altri casi l’acquirente è costretto a pagare anche in mancanza dell’acquisizione del bene.
Altra questione sollevata è la mancanza del diritto di scelta tra le finanziarie proposte al consumatore, ravvisabile come un diritto di esclusiva.

Come ultimo argomento, la prof.ssa Bartolini tratta dello scandalo del sistema bancario a seguito delle vicende my way, banca121, Parmalat e bond Argentina. La relatrice testimonia del clima di preoccupazione che le associazioni consumeristiche, attraverso le loro indagini e rilevazioni, avevano iniziato ad evidenziare al pubblico già durante i primi momenti della crisi. L’esperienza vissuta dalla prof.ssa Bartolini ricorda di testimonianze che pervenivano dagli stessi operatori di banca, i quali affermavano di aver ricevuto l’ordine di stimolare l’acquisto di tali prodotti destinati a recuperare l’esposizione fallimentare degli istituti di credito verso le aziende incriminate. La cattiva gestione delle banche fu così riversata sui risparmi dei piccoli investitori, il che induce la relatrice a parlare di connivenza tra sistema bancario ed imprenditoriale.

Il punto cui siamo oggi è diverso da un istituto bancario ad un altro. Da segnalare positivamente il caso di Bancaintesa, che attraverso le procedure di conciliazione ha liquidato quella parte dei propri clienti acquirenti dei prodotti sotto accusa. Quest’istituto, con altri, ha cercato di recuperare così la propria credibilità relazionandosi con i consumatori e con le associazioni esponenziali dei loro interessi che curano le conciliazioni.
Si evidenzia come la causa di questi fallimenti di mercato sia ravvisabile nelle inadempienze degli organismi di controllo e di giustizia.
Allo stesso modo il caso Argentina, con la proposta avanzata dal governo sudamericano di un rimborso del 30% dell’investimento in 20 anni, ha visto le associazioni consumeristiche opporre un netto rifiuto a tale offerta. Il presupposto di tale atteggiamento, osserva amaramente la relatrice, risiedeva nella speranza che le stesse organizzazioni di tutela riponevano nell’approvazione del noto “decreto sul risparmio” e in un probabile aumento del plafond di rimborso.
A tutt’oggi il decreto in parola non è stato approvato, nonostante le dichiarazioni apertamente tese in tale direzione da parte di esponenti dell’attuale governo, la disposizione sul risparmio, è stato infatti osservato, serve per ridare affidamento al sistema creditizio del nostro paese, che si fonda sulla fiducia dei detentori di capitali da investire.

La prof.ssa Bartolini conclude il proprio intervento citando le istruzioni di una pubblicazione Adiconsum, elaborata come linea guida per i comportamenti da assumere da parte dei consumatori nei rapporti con gli istituti bancari, quale fonte cui estrapolare le informazioni necessarie per una relazione consapevole tra gli attori deboli e forti del mercato. I punti del vademecum sono così riassumibili: negoziazione delle condizioni quali tassi d’interesse e spese dei servizi; conto corrente standard o convenzionato, per un confronto tra i differenti conti offerti dagli istituti bancari la relatrice rinvia la sito www.pattichiari.it; negoziare la chiusura di un conto corrente ed eventuale trasferimento titoli, ricontattando le condizioni se la banca dovesse modificare quelle iniziali; aumento delle commissioni spese, nel caso ciò avvenga è data facoltà al correntista di chiudere il conto entro 15 giorni col diritto all’applicazione delle commissioni precedenti, sulla data di decorrenza la relatrice è particolarmente critica, infatti viene contata dal giorno di pubblicazione in gazzetta ufficiale della comunicazione di variazione dell’istituto di credito, fonte di non facile consultazione da parte di un normale cittadino; controllo sul risparmio investito, attraverso la presenza di informazioni sulla stampa specializzata, ricordando che per i titolo non quotati sia l’intermediario a stabilire la quotazione; accertare il rischio del capitale e del rendimento dei propri investimenti; movimentare gli investimenti, tenendo presente che per ogni operazione di movimentazione l’intermediario incassa delle commissioni; ridurre al necessario le righe di scrittura richieste alle banche, infatti, anche le informazioni hanno un costo; bonifici dai paesi dell’unione europea, è previsto che il costo dei bonifici fino a 12500 euro, che provengono dall’estero abbiano la medesima commissione di quelli nazionali.

Il valore di un atteggiamento critico e di un consumo consapevole, conclude così il suo intervento la prof.ssa Bartolini, testimonia, è indice della maturata coscienza dei consumatori, allertando gli operatori forti del mercato verso atteggiamenti e comportamenti più responsabili ed equi.

Davide De Caro