Strategia di Lisbona

10.02.2005

Le Raccomandazioni del Rapporto Kok

Wim Kok, ex Primo Ministro olandese, ha presentato il Rapporto sulla Strategia di Lisbona, in qualità di Presidente dell’alto gruppo di esperti che era stato incaricato dalla Commissione europea di redigere una relazione in materia, analizzando i motivi dei successi e degli insuccessi della strategia adottata che, notoriamente, è ancora ben lontana dal raggiungere gli obiettivi prefissati.

I punti critici e l’ urgenza della Stategia di Lisbona
Gli eventi esterni che si sono succeduti dal 2000 in poi non hanno sicuramente contribuito a creare un contesto favorevole all’attuazione della strategia di Lisbona; dal canto loro, gli Stati membri e l’Unione Europea hanno non poche responsabilità quanto all’allontanamento dal raggiungimento degli obiettivi della strategia stessa. In particolare, la previsione di un’agenda sovraccarica di obiettivi, poco coordinati e a volte confliggenti tra loro ha certamente contribuito a questo stato di cose che ha rallentato l’azione – peraltro scarsamente coerente e determinata dal punto di vista politico – diretta al perseguimento degli obiettivi della strategia.

L’incremento del divario economico dell’Unione con il Nord America e con l’Asia nonché il basso tasso di crescita della popolazione hanno, allo stesso tempo, reso quanto mai urgente l’attuazione della strategia.
Per raggiungere i suoi obiettivi è dunque necessario un maggiore impegno da parte dell’UE e di tutti gli Stati membri.

La riconferma degli obiettivi generali
Gli obiettivi primari della strategia di Lisbona restano dei traguardi dai quali l’Europa non puo’ prescindere. Tra questi si collocano: lo sviluppo economico, il miglioramento del funzionamento del mercato del lavoro, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale.
Per l’Europa migliorare i propri standards qualitativi significa modernizzare il proprio mercato del lavoro e le possibilità di sviluppo della propria economia. Cio’ va fatto attraverso un’ampia serie di riforme politiche che siano sostenute da un framework macroeconomico orientato allo sviluppo, in grado di stimolare la domanda di lavoro, le possibilità di impiego, le politiche per gli investimenti e la ricerca.
Un elemento importante sul quale è necessario puntare con maggiore incisività è quello della strategia di comunicazione e di informazione ai cittadini e alle famiglie europee, che hanno anch’essi un ruolo rilevante nella realizzazione della strategia.

Cinque sono le priorità identificate dal Rapporto Kok:

· la Società della Conoscenza: bisogna puntare all’incremento delle capacità di attrazione dell’Europa nei confronti di scienziati e ricercatori.
In questo ambito le azioni chiave si riferiscono al settore della società dell’informazione e si identificano nella definizione della regolamentazione delle comunicazioni elettroniche, la diffusione dell’ICT, la creazione delle condizioni per l’e-commerce, il sostegno alla leadership europea nelle tecnologie di comunicazione mobile. Nel campo della ricerca sono importanti la
costruzione di una area di ricerca ed innovazione, l’aumento della spesa in R&D fino al 3% del PIL e la promozione delle nuove tecnologie.
Nel campo dell’istruzione e delle risorse umane si pone la questione della riduzione del tasso di abbandono scolastico, e dell’adattamento dei sistemi di istruzione e formazione al contesto sociale, nonché dello sviluppo della formazione continua e della mobilità.

A tal fine si raccomanda l’adozione di un piano d’azione che permetta di snellire le procedure amministrative infavore di una maggiore mobilità di ricercatori e scienziati all’interno dell’UE e che favorisca il riconoscimento delle qualifiche professionali.

Si propone inoltre la creazione, sulla base di una decisione comune di Parlamento Europeo e Consiglio, di un autonomo Consiglio di Ricerca Europeo per il coordinamento della ricerca a livello europeo entro la fine del 2005.

Si raccomanda inoltre di sviluppare il piano di azione eEurope ed in particolare un maggiore impegno è richiesto nel campo dell’e-goverment.

· Il Mercato Interno: si sottolinea la necessità del completamento del mercato interno dei servizi (soprattutto quelli finanziari) e la rimozione di determinati ostacoli che ancora impediscono la piena e libera circolazione delle merci. Facilitare la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali è sempre stato il punto cruciale della crescita economica.
Gli obiettivi chiave, in questo campo, sono la piena attuazione della legislazione comunitaria negli Stati membri UE, la rimozione degli ostacoli alla libera circolazione dei servizi, lo sviluppo dei servizi postali, dei trasporti ferroviari e la regolamentazione del settore aerospaziale.

· L’Ambiente economico: in questo quadro i punti chiave sono la riduzione dei costi amministrativi, il miglioramento della qualità della legislazione, lo snellimento delle procedure di sviluppo delle nuove imprese, la creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo degli scambi commerciali. E’ dunque necessario sviluppare una migliore strategia a livello europeo e nazionale riducendo i tempi e i costi per favorire l’imprenditorialità.

· Il Mercato del lavoro: in vista del raggiungimento degli obiettivi di Lisbona – tasso di occupazione al 67% entro il 2005 e al 70% entro il 2010 con un innalzamento di 5 anni dell’età pensionabile – è necessario migliorare la politica delle pari opportunità e incrementare la formazione continua. Un alto livello di impiego è infatti cruciale per assicurare una coesione sociale e contrastare la povertà.

· La Sostenibilità ambientale: si evidenzia il ruolo delle nuove tecnologie e si sottolinea la necessità di implementare quelle che possono essere definite come rispettose dell’ambiente e dei sistemi eco-compatibili. Lo scopo è quello di favorire l’eco-innovazione attraverso la formulazione di politiche industriali ed economiche che, con attenzione costante all’impatto sull’ambiente circostante, promuovano il concetto di eco-efficienza.

Come procedere
Partendo dalla constatazione che i vari Paesi muovono da differenti assetti economici, il punto chiave è l’interazione tra le diverse aree nevralgiche (le 5 summenzionate) in cui l’UE e ciascuno Stato membro devono “investire” per migliorare la competitività dell’economia europea nel suo complesso.
L’attuale deficit nella realizzazione della strategia dipende, infatti, particolarmente, dall’insufficienza degli interventi dei singoli Stati nei diversi settori. La chiave per procedere è dunque lo sviluppo delle rispettive politiche in ognuno degli Stati Membri, con il supporto di un’ampio coordinamento europeo.
La chiave della crescita economica e della competitività risiede proprio nella capacità di correlare tutte queste politiche.

di Antonio Barreca