Sfide e mezzi finanziari dell’Unione allargata 2007-2013

06.12.2004

Con il 1 maggio 2004 e l’allargamento dell’Unione europea a venticinque stati membri, gli squilibri territoriali all’interno dell’Unione si sono accentuati. Per questo motivo la Commissione europea ha inteso rafforzare ulteriormente la Politica di coesione economica e sociale, che rappresenta lo strumento chiave per garantire il successo del processo di integrazione dei nuovi stati membri nell’Unione allargata.
La priorità della politica di coesione rimane, quindi, la riduzione delle disparità regionali e nazionali, e pertanto le risorse saranno concentrate nelle aree meno sviluppate, ossia quelle con un PIL pro-capite inferiore al 75% della media dell’UE a Venticinque, che si concentrano ora nei Paesi dell’Europa Centrale e Orientale ed, in minor misura, nell’area del Mediterraneo.

La riforma della politica di coesione mira, tra l’altro, ad accrescere l’efficienza, la trasparenza e la responsabilità politica degli Stati membri nella gestione dei fondi strutturali. A tal proposito è necessario assicurare il suo coordinamento con i sistemi di governance economica e sociale dei vari Stati membri, anche attraverso il regolare monitoraggio degli interventi e la valutazione dei progressi realizzati.
Il 14 luglio scorso sono state ufficializzate le proposte normative destinate a tradurre in cinque regolamenti gli orientamenti della Commissione relativi alla riforma: un regolamento generale sui Fondi, tre regolamenti su FESR, FSE e Fondo di coesione, nonché un regolamento relativo allo strumento giuridico di cooperazione (GECT).
L’approvazione definitiva dei nuovi indirizzi normativi dovrebbe avvenire entro la fine del 2005, in modo tale che i regolamenti possano essere adottati definitivamente prima del 1 gennaio 2007.
In allegato un documento della Commissione riguardante le priorità della futura politica di coesione e i mezzi finanziari dell’Unione allargata.

di Francesca Trodella


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