Sommario: 1.Introduzione: principio di sostenibilità del debito pubblico e divieto di disavanzi pubblici eccessivi come vincoli al processo di decisione finanziaria. 2.Il Patto di stabilità e crescita come applicazione più stringente e vincolante delle norme del Trattato e del Protocollo allegato sulla procedura per i disavanzi eccessivi: il valore “integrativo” (ma non “sostitutivo”) della risoluzione del Consiglio europeo e dei regolamenti comunitari rispetto alle norme del diritto comunitario primario sul controllo sui disavanzi pubblici eccessivi. 3.Cenni sui fondamenti teorici del Patto e sulle possibili critiche. 4.I vantaggi del Patto. 5.L’adeguamento delle procedure di bilancio al Patto di stabilità nel solco del processo di razionalizzazione della decisione finanziaria che discende dall’art. 81 Cost. e come riflesso dell’Unione europea come ordinamento composito. 6.La (discutibile) prassi di applicazione del Patto. 7.Le possibili riforme del Patto: la ricerca di soluzioni maggiormente flessibili. 8.La decisione del Consiglio Ecofin del 25 novembre 2003. 9.Il ricorso della Commissione alla Corte di giustizia. 10.Segue: Il Patto di stabilità al vaglio della Corte di giustizia: una sentenza (poco coraggiosa) nel solco della giurisprudenza comunitaria sui ricorsi per annullamento. 11.Chi è il custode del Patto di stabilità? La tutela degli equilibri finanziari tra vincoli del sistema multilevel, rischi di deresponsabilizzazione dei parlamenti ed esigenze di giustiziabilità dei processi decisionali.
Procedure finanziarie e vincoli del Patto di stabilità e crescita
06.10.2004