Dopo un lungo e travagliato iter parlamentare, finalmente la legge annuale di semplificazione è diventata legge dello Stato.
Viene spontaneo chiedersi se un così lungo lavoro di gestazione parlamentare abbia portato innovazioni significative sul piano delle policies di regolazione.
Il commento si propone di evidenziare come, ad un’attenta lettura della legge, risulti che alcune scelte del legislatore si pongono esattamente in linea con quegli obiettivi programmatici, delineati ormai dall’inizio degli anni novanta, in tema di politiche di razionalizzazione normativa, mentre altre si pongono nel segno dell’innovazione.
Le prime riguardano, in particolare, gli interventi in materia di deregolamentazione, delegificazione e codificazione per i quali si registra una forte continuità con le leggi di semplificazione precedenti. Per quanto riguarda le seconde, invece, si tratta di alcune inversioni di tendenza che concernono principalmente il procedimento di formazione della legge annuale di semplificazione ed il rilancio di un modello alternativo a quello dei testi unici misti, basato sul rilancio dell’istituto del codice. Alcune di queste innovazioni, però, come si spiega nel commento, appaiono rilevare ad un livello puramente enunciativo.
Vengono delineati, inoltre, i principi direttivi indicati dal Parlamento per ben dieci deleghe riguardanti il riordino di altrettanti settori organici di materie con un’analisi dei principali nodi di problematicità.
La nuova legge di semplificazione
04.11.2003