Con l’inizio del nuovo anno scolastico, è ripresa a livello ministeriale la riflessione sui percorsi ottimali da implementare per una progressiva attuazione dei contenuti della riforma Moratti. Oggetto di interesse del MIUR è, in questa circostanza, la realizzazione degli obiettivi di alternanza scuola-lavoro, volti ‘ secondo i propositi della legge n. 53 del 2003 ‘ a consentire agli studenti un più agevole inserimento nel mondo professionale. Il 9 settembre 2003, il Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti ha infatti siglato un protocollo d’intesa con il Presidente del Consiglio nazionale dei Ragionieri, William Santarelli e con il Presidente della Fondazione ‘Luca Pacioli, Paolo Moretti, per favorire l’attivazione di stages e corsi di aggiornamento per la formazione dei futuri ragionieri e periti commerciali.
Il protocollo d’intesa prevede per gli studenti la possibilità di alternare periodi di formazione scolastica a stage presso studi professionali, volti a fornire, attraverso la simulazione, i primi rudimenti del mestiere; lo strumento propedeutico al raggiungimento di questo obiettivo è la promozione di una effettiva interazione tra studi professionali, scuole e università, destinata ad investire anche i percorsi post-laurea, grazie all’attivazione di specifici corsi di perfezionamento ed aggiornamento.
Il protocollo impegna pertanto il Consiglio nazionale dei ragionieri ad individuare le attività di alternanza scuola- lavoro che dovranno essere oggetto di una specifica convenzione nazionale, modello di riferimento per le successive convenzioni stipulate a livello territoriale tra le università e gli Ordini dei ragionieri.
Secondo il Ministro Moratti, l’iniziativa rappresenta un modello di programmazione che dovrà essere esteso anche alle altre discipline professionali e che è destinato, in ultima istanza, a supplire alla debolezza intrinseca alla riforma universitaria dei tre anni più due, connotata da uno scarso raccordo con il mondo produttivo.
In attesa della elaborazione della convenzione nazionale, è necessario soffermarsi a riflettere sullo spazio d’azione che verrà riconosciuto alle convenzioni territoriali nella definizione delle concrete attività di alternanza scuola-lavoro: gli accordi locali si limiteranno infatti a riproporre quanto concordato a livello centrale o vi sarà uno spazio effettivo di azione per nuove proposte e nuovi spunti’ In assenza di chiare indicazioni sul merito, si auspica che la convenzione siglata a livello centrale non scoraggi le singole realtà locali dalla ricerca di un nuovo, dialogico rapporto tra la scuola ed il territorio, modellato sulle specifiche esigenze del contesto di riferimento.