Gli strumenti di finanza innovativa: il private equità

29.07.2003

Dopo aver dato un breve spaccato delle caratteristiche della finanza innovativa, nello specifico ora si vuole dare un quadro di uno degli strumenti, non solo più utilizzati, ma soprattutto più interessanti: l’investimento istituzionale nel capitale di rischio, e nello specifico il venture capital.

L’attività di investimento nel capitale di rischio è definita “Venture Capital” quando il finanziamento è rivolto all’avvio di nuove imprese, e “Private Equity”, quando il finanziamento è rivolto allo sviluppo o al cambiamento di imprese già esistenti.

Gli investitori presenti in tale mercato assumono la generica definizione di ‘venture capitalist’, indipendentemente dalla tipologia di operazioni che pongono in essere, oppure di “private equity investors”, qualora ci si riferisca ad operatori che pongono al centro della loro attività le fasi più avanzate di un ciclo aziendale.

Tra gli operatori che operano nelle fasi di avvio di un?impresa, sono presenti due figure di investitori, particolarmente attive in quella che viene definita la New Economy: gli ?incubator?, strutture in grado di seguire ogni singola e specifica fase di avvio delle c.d. ?start up? assistendole e supportandole in cambio di una partecipazione al capitale, e gli ?accelerator?, strutture in grado di abbattere la barriera temporale tra l?idea iniziale e l?impresa affermata (obiettivo: quotazione in borsa) consentendo, così, di trasformare il progetto iniziale in realtà operativa evitando che altri occupino spazi e settori di mercato obiettivo del progetto.

Da quanto sopra, mentre risulta facilmente comprensibile la definizione di ?accellerator?, può emergere una scarsa differenza tra ?venture capital? ed ?incubator? ed in effetti, talvolta la loro attività è concretizzata ed attuata in una forma mista (compresa l?attività di ?accellerator?). Se, però, vogliamo tentare di dare una generica e sintetica definizione possiamo sostenere che il tipico operatore di ?venture capital? ha la propria specializzazione nel settore e negli investimenti a carattere puramente finanziario, mentre l??incubator? ha la propria specializzazione nella consulenza e nell?assistenza, nel ?materiale umano?. Molto spesso la sua attività è anche di tipo preparatorio (sin dalla business idea) al fine di una successiva presentazione ad un vero e proprio ?venture capitalist?. Infatti, alcuni investitori appartenenti a quest?ultima categoria hanno fondi d?investimento (i veri ?venture capitalist?) ?alle spalle? per curare la parte finanziaria dell?operazione, mentre ne esistono altri che non hanno tale ?copertura? proprio in quanto basati su assistenza, consulenza, servizi, management, ecc..

L?ingresso di un socio istituzionale, comporta, molto spesso ed in caso di imprese già esistenti, una serie di modifiche non indifferenti, anche e soprattutto di tipo ?mentale?, specialmente nel caso di aziende a carattere familiare. Infatti, l?investitore tenderà ad esercitare azioni rivolte a rafforzare trasparenza e qualità comunicative dell?impresa, a gestirla ed organizzarla in forma ed in modo professionale, ad introdurre o migliorare sistemi di pianificazione, controllo e monitoraggio delle  performances aziendali.

In pratica verranno attuate le seguenti procedure tendenti a realizzare:

  • la netta separazione tra il patrimonio familiare e quello aziendale;
  • la revisione permanente del bilancio;
  • l?introduzione di sistemi di budgeting e di controlli gestionali;
  • la predisposizione di relazioni periodiche sulle performances dell?impresa.

Attraverso tali cambiamenti, con l?attività dell?investitore, l?impresa potrà beneficiare ed usufruire, oltre agli apporti più strettamente finanziari, di alcuni specifici vantaggi, quali:

  • collaborazione nel pianificare strategie di sviluppo e nel perseguirle;
  • facilitare l?eventuale liquidazione di soci non più interessati alla partecipazione all?impresa;
  • gestione dell?azienda in forma più professionale e manageriale;
  • maggiore potere contrattuale dell?impresa;
  • migliore immagine dell?impresa nei confronti di banche ed operatori finanziari;
  • maggior capacità di attrarre management capace ed esperto.

Recenti ricerche pubblicate da AIFI hanno documentato che le imprese partecipate (chiamate imprese ?venture backed?) riescono ad espandersi più velocemente di alcune delle migliori  società europee e americane e, quindi, l?attività di investimento nel capitale di rischio è divenuta anche un modello ed un sistema per lo sviluppo del tessuto economico, inteso nel suo complesso.

La valutazione dell’opportunità di investire in un’impresa può essere presentata dall’imprenditore all’investitore (banca, fondo chiuso, ecc) o ricercata direttamente da quest’ultimo attraverso un processo di valutazione articolato in un numerose fasi realizzate sempre con la collaborazione dell’imprenditore, dei suoi manager e/o dei suoi consulenti (fiscalisti, legali, società di revisione, ecc).

Se è possibile sostenere che non esiste l?imprenditore ideale, altrettanto si ritiene possibile poter verificare se le qualità possedute da un imprenditore ? o aspirante tale ? possano essere apprezzate o considerate interessanti per un lavoro comune con degli investitori istituzionali; a questo proposito, si sottolineano alcuni aspetti di tipo psicologico-caratteriale utili all?imprenditore che voglia valutare la propria idoneità ad operare con un partner istituzionale.

Un buon candidato potenziale è rappresentato da un imprenditore che:

  • abbia una fattiva volontà di sviluppare il proprio progetto creando, quindi, ?valore di impresa? anche con marcati obiettivi tendenti all?espansione;
  • intenda operare anche sul mercato internazionale;
  • pensi che la crescita e lo sviluppo aziendale siano un?opportunità per l?impresa, per se stesso e per tutti i collaboratori;
  • dimostri effettiva determinazione nel voler raggiungere gli obiettivi di crescita e sviluppo prefissati;
  • abbia un progetto di sviluppo che sia condiviso con tutti i componenti dell?impresa o che, comunque, sia in grado di saper gestire problematiche di varia natura che potrebbero mettere in crisi il progetto o l?azienda stessa;
  • abbia un ?back ground? di attività aziendale di un certo livello;
  • sia disposto ad una collaborazione effettiva, concreta e trasparente con l?investitore;
  • applichi la giusta dose di equilibrio nei rapporti scaturenti dalla vita di impresa e vita personale.

In mancanza di tali requisiti, sarà molto raro che l?investitore decida un ingresso nel capitale di rischio.

Preme sottolineare, infine, che l?imprenditore o l?aspirante imprenditore che vorrà attivare una procedura tendente a contattare un investitore istituzionale dovrà attentamente valutare le dimensioni e le prospettive del proprio progetto, della propria business-idea, oltre alle effettive possibilità di realizzo ed attuazione. Il rischio di una risposta negativa da parte dell?investitore potrebbe avere risvolti e conseguenze molto pesanti sotto l?aspetto finanziario, perché, in ogni caso, anche le fasi di preparazione (progettazione, business plan, ecc.) possono assumere costi alquanto elevati.

In pratica, lo strumento di finanziamento attraverso il Venture Capital od il Private Equity è uno strumento estremamente valido ed efficace, ma deve essere utilizzato con altissimo senso di ?serietà imprenditoriale?, lo stesso requisito che proprio negli investitori istituzionali è ben marcato ed evidente.

di Albo Francesconi