Alcuni dati e qualche considerazione sulle procedure (tradizionali e nuove) di controllo parlamentare

29.04.2003

Il contributo, che costituisce la versione rielaborata della relazione al seminario su “Le procedure di controllo parlamentare”, svoltosi a Pisa il 22 aprile 2002, nell’ambito del ciclo organizzato dalla Scuola superiore Sant’Anna in collaborazione con il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati e dedicato al tema “Maggioranza e opposizioni nelle procedure parlamentari”, si articola in due parti.
Nella prima parte, dà conto di qualche trasformazione registratasi nei caratteri degli strumenti tradizionali di controllo, con specifico – ma non esclusivo – riferimento alla prassi della Camera dei deputati, cercando di tener presente, nell’esame di questi strumenti, e della loro attuazione, i rapporti tra maggioranza e opposizione, e cioè il tema che funge da filo conduttore di questo ciclo di seminari. La domanda di fondo a cui, attraverso la lettura anche di alcuni dati statistici, ci si propone di fornire elementi per una risposta riguarda la titolarità della funzione di controllo, se cioè essa appartenga all’organo nel suo complesso o non sia piuttosto una prerogativa dell’opposizione più di quanto non lo sia della maggioranza.
Nella seconda parte, il contributo si sofferma su alcune delle “nuove” forme di controllo parlamentare che si svolgono attraverso procedimenti che non sono normalmente considerati all’interno della funzione di controllo: si tratta infatti di procedure che, almeno in parte, esistono da tempo, ma che sono state oggetto, di recente, di un processo di valorizzazione e di arricchimento, nella ricerca di nuovi equilibri tra Parlamento e Governo che ha caratterizzato l’ultimo decennio della forma di governo italiana. L’opzione teorica che sta alla base di questa seconda parte dell’intervento è costituita dal “principio della polivalenza dei procedimenti parlamentari rispetto alle funzioni delle Camere”.

di Nicola Lupo


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