Sullo scioglimento del consiglio comunale Consiglio di Stato, sez. V, 1 ottobre 2002, n. 5139

01.10.2002

Consiglio di Stato, sez. V, 1 ottobre 2002, n. 5139

In relazione alle problematiche inerenti gli organi degli enti locali il Consiglio di Stato con la sentenza n. 5139 del 2002 chiarisce che la preminente finalità al cui efficace perseguimento risulta preposta la Commissione Straordinaria nominata a seguito dello scioglimento del consiglio comunale risulta agevolmente individuabile nel ripristino della legalità, verosimilmente compromessa o gravemente pregiudicata dai condizionamenti della criminalità organizzata che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale.

L?anzidetta esigenza risulta, infatti, realizzata proprio mediante l?affidamento ad un organo composto da persone estranee all?ambiente inquinato nonché dotate di significativa professionalità e di comprovata rettitudine della provvisoria e straordinaria gestione dell?Amministrazione in vista della regolare ripresa del funzionamento dell?Ente. Ne consegue che la Commissione Straordinaria, al precipuo fine di eliminare tutte le irregolarità riscontrate nell?operato della precedente Amministrazione e presuntivamente riconducibili alle già accertate infiltrazioni della criminalità organizzata nella vita amministrativa dell?Ente, può (rectius: deve) adottare tutti quei provvedimenti ritenuti funzionalmente idonei al conseguimento dello scopo di sostituire un esercizio regolare e trasparente delle potestà comunali alla precedente gestione distorta ed inquinata.

Appare, di conseguenza, coerente con le segnalate esigenze che la Commissione Straordinaria proceda alla rimozione, nel legittimo esercizio dei poteri di autotutela, di tutte le scelte illegittime operate dalla precedente Amministrazione, in quanto verosimilmente riconducibili ad un illecito condizionamento esterno della regolare formazione della volontà degli organi elettivi, anche se produttive di effetti, ormai esauriti, nella sfera di soggetti terzi. A fronte, infatti, della preminente esigenza pubblica di ripristino della legalità, il contrapposto interesse del privato alla conservazione degli effetti, a sé favorevoli, costituiti da un atto illegittimo si appalesa senz?altro recessivo.

Ne discende che la mera verifica dell?illegittimità della delibera annullata giustifica il provvedimento di autotutela, atteso che il perseguimento dell?interesse pubblico risulta connaturato allo stesso esercizio delle potestà proprie della Commissione Straordinaria e che il sacrificio di quello privato non appare significativamente apprezzabile nel descritto contesto di infiltrazione camorristica patita dalla precedente amministrazione.

a cura di Vincenzo Antonelli