I conti pubblici del Miur

25.07.2002

Dal rendiconto consuntivo relativo all’esercizio finanziario 2001 che il Governo ha presentato alle Camere il 28 giugno 2002, è emersa per i conti del MIUR una situazione di grave disavanzo. Nell’esercizio 2001, lo sfondamento della spesa per l’istruzione rispetto alla previsione è stato, infatti, di 6,1 miliardi di euro: tali oneri aggiuntivi sono imputabili soprattutto alle spese per il personale. A determinare questa situazione hanno indubbiamente contribuito anche alcune decisioni del Ministro Moratti, tra cui, in particolare, il decreto legge n.255/2001, che ha autorizzato i dirigenti scolastici ad istituire nuove classi per sopravvenute ed impellenti esigenze, determinando spese aggiuntive annuali pari a 350 milioni di euro (35 mila euro all’anno per docente).

Nel complesso, a livello di unità previsionali di base, circa 5.918 miliardi di vecchie lire della sanatoria prevista dall’art. 7 del rendiconto consuntivo sono imputabili alla gestione dell’ex Ministero della Pubblica Istruzione. Anche a livello dei residui, la situazione non è certo rosea: l’eccedenza accertata dall’art. 7 del rendiconto consuntivo, pari a circa 5.400 miliardi di vecchie lire, deriva infatti prevalentemente dalle maggiori spese disposte dall’ex Ministero dell’Istruzione per il personale supplente, annuale, temporaneo e di religione, nonché per il personale direttivo docente e non docente. A livello di cassa, infine, le eccedenze esposte dalla Tabella n.4 del rendiconto riguardano principalmente gli stipendi, le retribuzioni, gli oneri sociali ed altri assegni fissi al personale in relazione al particolare sistema di pagamento attraverso ruoli di spesa fissa (miliardi 9.422), di cui 9.394 miliardi riguardano l’attività dell’ex Ministero della Pubblica Istruzione.

La situazione non sembra peraltro essere migliorata nel 2002: la verifica sull’andamento della spesa attuata dal Consiglio dei Ministri a fine giugno, in vista della presentazione alle Camere del bilancio di assestamento, ha infatti evidenziato un consistente peggioramento nell’equilibrio dei conti, pari a circa 1,3 miliardi di euro.

Alla luce di questa analisi, le variazioni alle previsioni iniziali proposte dall’assestamento prevedono un aumento di 3 miliardi di euro per i residui, di circa 1,5 miliardi per la competenza e di oltre 1,9 miliardi per la cassa. Ancora una volta, la parte più cospicua di questi incrementi di spesa è legata a spese di funzionamento per il personale.

a cura di Elena Griglio